
Del resto la compattezza del partito dei vitalizi non è un mistero. Un saggio della proverbiale generosità degli ex parlamentari si è avuto il 22 marzo scorso alla Camera. Veniva approvata allora, tra mille proteste, la delibera di presidenza proposta dal Pd che ha introdotto un “contributo di solidarietà” dal 10 al 40% dei vitalizi sopra i 70mila euro. Un piccolo impegno a tempo (tre anni) per sgambettare l’abolizione richiesta a gran voce dai 5 Stelle che finì tra fischi e urla. Il fatto è che a molti ex anche quella (piccola) dazione non è mai andata giù, a fronte di una pensione d’oro incassata per anni. E infatti una trentina di beneficiari ha proposto ricorso. Il legale del manipolo di ricorrenti, l’ex onorevole Maurizio Paniz, già percettore di un vitalizio da 2mila euro circa, sentito dal fattoquotidiano.it conferma che la causa è andata avanti nonostante il rischio di fomentare altra rabbia contro la casta: “L’ultima udienza si è tenuta a fine novembre. E’ in attesa di sentenza”. In realtà è più di una causa, è una vera class action. All’azione legale a Montecitorio si aggiungono infatti quelle intentate in altre sedi: “A memoria – dice Paniz – ci sono anche
70 consiglieri del Friuli Venezia Giulia, 60 del Veneto. Ma ci sono anche consiglieri dell’Emilia Romagna e della Basilicata”.
L’intervento di Boeri davanti agli ex dura quindici minuti e sembra la resa dei conti che il presidente Inps non ha mai potuto avere, almeno non faccia a faccia pubblicamente. I concetti li ha già espressi più volte, ma ora aggiunge la proposta che gli ex facciano un “gesto di generosità per ripagare una situazione di cui sono collettivamente responsabili”. “Credo”, esordisce, “che possiate dare un importante contributo alla lotta alla deriva populista. A condizione che si superi un atteggiamento che è il vittimismo e il giuridichese di diritti acquisiti”. Quindi continua: “Nessuno mette in discussione la vostra onestà intellettuale: voi avete seguito delle regole, non avete fatto niente di sbagliato dal punto di vista individuale. Ma dal punto di vista collettivo avete delle grandissime responsabilità nella perdita di credibilità della nostra classe dirigente: avete concepito e messo in atto, credo per non pochi di voi consapevolmente, un sistema pensionistico palesemente insostenibile fin dall’inizio”. Boeri spiega allora perché: “Tutti i sistemi pensionistici sono tali per cui all’inizio della loro storia alimentano grandissimi surplus: ci ci sono molti contribuenti e ci sono pochissimi percettori di pensioni. Il vostro sistema fin dall’inizio è stato un sistema in cui la spesa per vitalizi era più alta dei contributi versati”. Pur avendo un numero fisso di contribuenti. “Le regole le avete scritte voi, sapevate che era un sistema insostenibile e che avrebbe finito per gravare sulla collettività. Questa è la vostra responsabilità storica e non potete ignorare di averla. Non avete rubato individualmente, ma c’è stata questa scelta di fondo. Non potete avere giustificazioni. Non potete ignorare il problema né fare le vittime“.
Boeri parla della possibilità di recuperare, da quei ipotetici tagli volontari, 200 milioni di euro all’anno: “Non sono pochi per un Paese come il nostro”. Quindi nella pratica chiede: “Intanto massima trasparenza: trovo grave che in Italia non si possa ancora sapere quali i contributi sono stati versati dai parlamentari. Se avessimo i dati potremmo ricostruire la situazione del singolo parlamentare”. Per Boeri si tratta di un atto dovuto: “Voi avete avuto delle cariche elettive, nell’ambito di queste avete versato dei contributi. Questo fa parte dell’obbligo di trasparenza che tutte le persone che hanno delle cariche elettive e pubbliche dovrebbero perseguire”. Quindi la proposta di auto tagliarsi il vitalizio: “Credo che sia giusto che voi diate dei segnali di disponibilità a contribuire ai problemi che ci sono oggi all’interno del nostro Paese: penso che molti di voi sarebbero anche disposti, ma temono che se lo facessero sarebbe come ammettere una colpa. Ma io lo ripeto. Non è una colpa individuale, non penso che siate disonesti“. Quindi, continua mentre si alza il brusio, “potreste devolvere una parte della riscontrata deviazione tra il contributivo e i vitalizi percepiti ad un fondo. E questa norma potrebbe essere usata per potenziare il primo strumento introdotto in Italia di contrasto alla povertà: il reddito di inclusione. Io penso che con un gesto di questo tipo dareste un segnale molto importante in questo Paese”. Ma niente da fare. Nemmeno avesse pronunciato la più grande delle bestemmie. Boeri viene contestato e criticato: i parlamentari non sono uguali agli altri, è la loro convinzione. E nessuno ha intenzione di metterla in discussione.